Uomini Illustri
Giuseppe La Farina
Venuto al mondo in
una modesta casa il 20 luglio 1815, secondogenito di Anna Muratore e
Carmelo La Farina, a 14 anni
si dedica allo studio della filosofia, matematica e fisica, lingue
straniere, lettere italiane e latine. Si laurea in Giurisprudenza ad appena
20 anni all'Università di Catania ed esercita, con scarso interesse,
l'attività di avvocato. Si dedica invece, con entusiasmo, agli studi
storici e letterari pubblicando un considerevole numero di articoli, saggi,
recensioni, racconti, poesie e scritti politici, soprattutto sui giornali
messinesi. Accusato di
partecipazione sovversiva al movimento rivoluzionario antiborbonico, nel
1837 è costretto da proscritto a lasciare Messina per rifugiarsi a
Firenze, spostandosi verso la fine dell'anno a Roma. Rientra nella sua
città nel marzo del
1838 beneficiando di
un'amnistia, ma i suoi mai sopiti ideali di libertà lo portano ad
assumere la carica di rappresentante dei comitati segreti di Messina.
Nell'agosto del 1841 ritorna a Firenze dove resterà fino al febbraio
del 1848, per tornare quell'anno a Messina in piena rivolta antiborbonica,
dove viene nominato vice presidente per il comitato di guerra, colonnello
dell'undicesimo battaglione dell'esercito siciliano ed eletto deputato nel nuovo
parlamento di Palermo. Il 24 settembre del 1848 diviene ministro della
Guerra e dopo il fallimento della rivolta isolana, riprende la via
dell'esilio in Francia. Nel 1854,
a Torino, incontra Cavour del quale diviene uno dei
più fidati collaboratori e insieme a Daniele Manin e Giorgio
Pallavicino Trivulzio, costituisce la Società
Nazionale Italiana con lo scopo di
realizzare l'idea annessionistica . Eletto, nel 1861, deputato al primo
Parlamento italiano in ben sei collegi, accetta l'incarico di
vice-presidente della Camera e partecipa anche attivamente ai lavori del
Consiglio di Stato, di cui fa parte. Muore alla prematura età di 48
anni, il 5 settembre 1863 e viene sepolto a Torino fra le tombe di Vincenzo
Gioberti e Guglielmo Pepe. Il 22 marzo 1872, le sue spoglie vengono
trasportate a Messina, dove riposano nel Gran Camposanto, nel Famedio degli
uomini illustri. Dell'intensa attività letteraria di La Farina,
vanno ricordati la guida " Messina ed i suoi Monumenti" (1840);
" Studi storici sul secolo XIII " (1842); " L'Italia coi
suoi monumenti, le sue rimembranze, ed i suoi costumi" (1842); "
Storia d'Italia narrata al popolo italiano. 568-1815" (1846-54);
" La Storia
d'Italia dal 1815 al 1850" (1851-52) e " L'Italia dai tempi
più antichi fino ai giorni nostri" (1856-63).
2008
Testi e fotografie di Pippo Lombardo e Nino Principato
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