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Le feste religiose

 

 

Il Santo che balla a Limina

 

San Filippo d’Agira giunse nella Valle d’Agrò  nel I secolo, mandato dall’Apostolo Pietro con una missione ben precisa: scacciare i demoni e convertire tutti i pagani. Ancora oggi, dopo duemila anni, il Santo non è stato dimenticato, anzi il suo culto si è tramandato nei secoli di generazione in generazione, restando parte integrante della comunità di Limina. I liminesi impongono il suo nome ai bambini, costruiscono icone votive in suo onore, lottano anche con la Chiesa perché vogliono festeggiare il Santo a modo loro, dal punto di vista tradizionale e folclorico, e lo fanno con tanta fede e tanto ardore che la festa di San Filippo di Limina è la più partecipata e più caratteristica del comprensorio.

La disputa con la Chiesa riguardava principalmente  la famosissima “ ‘Ddutta “, che consisteva in una gara fondata sull’equilibrio e la forza dei portatori del fercolo, che da un lato era portato a spalla dagli artigiani e dall’altro da pastori e contadini.

La lotta con il Santo a spalla, che di religioso non aveva niente, consisteva nel riuscire ad incastrare la parte avversaria in un angolo senza uscita, in uno spigolo o in una parete.

La  “ ‘Ddutta “ si svolse fino all’immediato dopoguerra, costò anche la vita ad un liminese che rimase schiacciato e fu abolita per le insistenze delle autorità religiose.

Oggi la festa, che si svolge il 14 agosto d’ogni anno, è rimasta sempre molto sentita e partecipata; al Santo sono dedicati tre giorni di festeggiamenti con chilometriche processioni, tutte  a ritmo molto sostenuto,  per concludersi in piazza con il caratteristico  “ Ballo “ con l’immagine del Santo che gira vorticosamente su se stessa, in mezzo alla gente che guarda e applaude.

Le corse e i balli ricordano il Santo quando rincorreva e  scacciava i demoni.  

 

 

 

 

© 2008 – Testi e fotografie di Pippo Lombardo e Nino Principato