Cenni Storici
Messina,
“ Porta della Sicilia”, ha conosciuto la potenza e il declino,
l’espansione e la distruzione. Nonostante tutto i messinesi
hanno sempre trovato la forza, la pazienza e il coraggio di riscrivere la
loro storia che è antichissima, tanto antica che si è sempre
scritto che: "... quando Messina c’era, Roma era
campagna”.
Fondata da Calcidesi provenienti dalla Cuma
degli Opici, la città che si chiamò
Zancle dal disegno falcato del suo porto, a seguito di ritrovamenti di reperti archeologici data le origini ancora più lontane nel tempo.
Eusebio calcola che
Zancle sia stata fondata nel 1757 a.C.. e che
lo stesso nome Zancle sia d’origine
siciliana: infatti, nella
lingua dei Siculi, “zanclon”
significava falce.
I Greci , che
successivamente arrivarono nella località abitata da indigeni
Siculi, diedero agli Zanclei il loro primo
re, Zancleo,
per il quale Orione avrebbe costruito la città e il porto.
Costretti in un
brevissimo spazio tra la catena dei Monti Peloritani
e il mare, si rivolsero ad altri territori, sia per motivi di difesa che
per vivere con la coltivazione dei campi e con l’allevamento del
bestiame: così fondarono Milae, oggi
Milazzo.
La storia è
fatta di distruzioni,
ripopolamenti e
rinascita, ed ha sempre caratterizzato la
città nei secoli. Il suo destino è segnato principalmente
dalla sua posizione geografica, ma anche da un forte indice di
sismicità.
Nel periodo della romanità
Messina fu uno dei più importanti appoggi per le truppe, le navi e le armi di Roma contro Cartagine, tanto da essere proclamata “ federata
di Roma” e capitale della Sicilia.
San Paolo vi predicò il
Cristianesimo e San Bacchilo fu il suo primo Vescovo.
A Messina si trasferirono e videro la luce molti Ordini Religiosi e S.
Gregorio Magno, sulle rovine del tempio di Giove, edificò il suo
monastero.
Città Fantasma”.
Più tardi,
contro i Saraceni, il popolo chiamò in aiuto i Normanni che si
allocarono nel braccio di San Giacinto, oggi San Raineri.
I suoi abitanti, il 28 Aprile
1282, respinsero due incursioni di Carlo D’Angiò contro la
città, bloccando le truppe francesi sulla piana di Milazzo e
imprigionando il presidio
straniero con i suoi condottieri nella fortezza di Matagriffone: durante questi moti, appaiono per la prima volta Dina e Clarenza
che guidano le donne eroiche della città. Tutt’ Italia parla
con ammirazione del coraggio delle “ Donne di Messina” che allertavano le
truppe e lottavano contro gli avversari rovesciando loro addosso calce e
macigni.
Nel 1535 la città accolse trionfalmente
l’Imperatore Carlo V. Nel 1571 festeggiò Don Giovanni D’Austria che
veniva ad assumere il comando della flotta della Lega cristiana contro i
Turchi, Lega vittoriosa a Lepanto e
della quale, al comando di alcuni galeoni, facevano parte gli
ammiragli messinesi Tommaso Marquet e Vincenzo Marullo di Condoianni.
Messina, tra il 1537 e il 1647,
si accrebbe di privilegi e di monumenti, tra cui spiccano le fortezze di
Don Ferrante Gonzaga, l’arsenale sul braccio di San Raineri di Don Garzia di
Toledo, la Palazzata di Emanuele Filiberto di
Savoia.
Il 1° settembre 1847 alcune centinaia di rivoltosi armati convennero in piazza del Duomo,
gridando e agitando bandiere tricolori: “ Libertà! W Maria! W
l‘Italia e Papa Pio IX”.
Il 27 luglio 1860
entrava trionfalmente nella città Giuseppe Garibaldi.
Messina è stata distrutta dal
terremoto del 5 febbraio 1783, da quello del 28 dicembre 1908 e,
successivamente, dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale, durante
la quale venne definita “ Città Fantasma”.
©2008 Testi e fotografie di Pippo Lombardo e Nino Principato
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