HOME

 

  RIVIERA IONICA

 

  RIVIERA TIRRENICA

  

Conoscere Messina

La Storia

Le Ville

Le Biblioteche

I Musei

Uomini Illustri

I Monumenti

Le Fontane

I Palazzi

Le Chiese

Le Edicole votive

Gli Eremi

Le Feste Religiose

Arti e Tradizioni

Messina a Tavola

Galleria fotografica

C'era una volta...MESSINA

 

 

 

 

 

 

                                       

   

 

 La Cittadella

        Le Fortificazioni

                 Forti e Castelli

                              Il Porto

 

 Forti e Castelli

 

Per iniziativa del Generale Cavalli, furono realizzati per il posizionamento dell’artiglieria, onde consentire  la difesa delle coste della Calabria e della Sicilia nord orientale negli ultimi decenni del sec. XIX .

Nello Stretto di Messina, lo Stato Maggiore del Regio Esercito Italiano determinò di costruire 24 fortezze edificate nel periodo compreso tra il 1882 ed il 1892; nel territorio messinese sorsero, così, ben 14 forti, chiamati anche  “Batterie”, tutti orientati verso il mare per il costante controllo dello Stretto.

Da sud a nord nel territorio comunale, i forti furono costruiti, per esigenze strategiche, sui punti più panoramici, lasciando scoperta solo l’area urbana  perchè salvaguardata da precedenti strutture difensive come Forte Gonzaga, Castellaccio e la Cittadella, che, per la sua posizione, faceva da scudo a Messina. L'edificazione di queste fortezze permise anche la realizzazione di una rete viaria per il loro collegamento, eseguita dal Genio Militare  e che, ancora oggi, permette di attraversare posti altrimenti  irraggiungibili. La più importante è quella che va dal crinale di Capo Peloro a Piano Margi, attraversando Forte Spuria, Faro Superiore, Castanea, colle Sarrizzo, Dinnammare, e, da qui, a Piano Margi, attraverso strade più scoscese e difficili ma che danno la possibilità di conoscere le parti più belle e panoramiche dei nostri monti.

Fra tutti i villaggi sedi dei Forti Umbertini, Curcuraci ha una rilevanza storica particolare; nel suo territorio, infatti, sono ubicate ben quattro batterie:la “Serra la Croce”; la  Masotto”; la “Menaia” o ”Forte Crispi”, e, la più antica, del “Campo Inglese” che, vista la sua particolare posizione, è  stata sempre scelta come luogo di osservazione e controllo dei movimenti nel Mare Tirreno e nello Stretto di Messina. Dalle colline di Curcuraci fu dato l’allarme a Messina, nel cui porto si trovavano le navi romane di Caio Duilio, sulla presenza  delle navi cartaginesi durante la prima guerra punica ( 246 a.c.). Inoltre, la zona, fin dall’antichità si chiamava “ Piano dei Campi “, dove si faceva il “campo” per le esercitazioni militari. 

L’architettura dei Forti Umbertini fu molto condizionata da esigenze strategiche e militari, che imponevano precise scelte urbanistiche come gli ingressi ubicati a sud-ovest e le batterie orientate a nord-est, con i terrapieni rivolti verso il mare.

I materiali usati per la costruzione dei Forti furono: la pietra calcarea locale e i mattoni in blocchi di basalto, mentre tutte le rifiniture furono realizzate  con pietra lavica e mattoni d’argilla.

Questo formidabile apparato difensivo non corrispose, nella realtà, al completo utilizzo che si sperava; tutto il loro uso fu limitato, in sporadiche occasioni, durante la prima guerra mondiale, e, in seguito, come sedi di postazioni antiaeree nel secondo conflitto mondiale.

 

 

 

©2008  Testi e fotografie di Pippo Lombardo e Nino Principato