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I Monumenti

 

Antonello da Messina

Don Giovanni D’Austria

Gaetano Martino

Gran Camposanto

Immacolata di  Marmo

Ludovico Fulci

Madonnina del Porto

Monte di Pietà

Annibale M.di Francia

Batteria Masotto

Porta Grazia

Re Carlo III di Borbone

Re Ferdinando II

Regina Elena

Statua di Messina

Teatro Vitt.Emanuele

Monumento ai Caduti

Papa Giovanni Paolo II

 

 

 

Il Gran Camposanto

 

Il Gran Camposanto di Messina è espressione e sintesi del  senso d’arte e di signorilità della città, testimonianza della    grandiosità  con cui veniva osservato il culto dei morti, con gusto e devozione.

Dopo il 1860 l’Amministrazione Comunale, dovendo provvedere alla necessità di allestire un grande cimitero che rispondesse a precise norme igieniche, con le prerogative di un grande luogo di pietà e culto, si rivolse all’architetto messinese Leone Savoja, cattedratico di Ingegneria Statica ed Idraulica all’Ateneo messinese, a soli trent’anni, e Ingegnere Capo del Genio Civile.

Il Savoja, con  eccezionale intuito, prescelse la collina tra San Cosimo e Palmara e da qui ha saputo trarre un’opera geniale  ed imponente che solo il suo spirito religioso poteva immaginare.

Il disegno ideato e realizzato dal Savoja si muove solennemente dall’entrata principale, per poi diramarsi in una rete di viali con destinazione monumentale. Le due arterie, poste all’ingresso principale, portano alle parti più alte della collina, e snodandosi nei due sensi, sono fiancheggiate da cappelle gentilizie, tombe e da fitti filari di alberi ad alto fusto, per lo più cipressi. In uno di questi viali è stato riposto il  monumento dello stesso Savoja. Più su, dopo una piazzetta, si arriva alla Galleria Monumentale, che ha resistito molto bene al terremoto. Le possenti strutture, che sanno di fortezza e di cripta di antiche basiliche, ancora oggi destano stupore ed ammirazione nei visitatori. In questa Galleria si trova il monumento a Giuseppe La Farina. Poi, per altri viali secondari, si sale fino alla spianata, una pianura ricoperta da monumenti funerari. Qui esiste una chiesetta di stile gotico, chiamata Cenobio, perché luogo di santo romitaggio e parte monumentale del Gran Camposanto. Qui, fin dall’inizio, abitò e visse il Cappellano del Cimitero.

I lavori vennero iniziati nel 1865 e,  ancora in corso, si giunse all’apertura ufficiale il 22 marzo 1872, con la tumulazione dei resti mortali di Giuseppe La Farina, uno dei più ardenti fautori dell’Unità d’Italia, traslati da Torino che li custodiva fin dalla sua morte ed inviati a Messina perché riposassero nella città natale. Il monumento venne realizzato dallo scultore messinese Gregorio Zappalà.

Nella stessa Galleria riposano i resti mortali di Felice Bisazza, illustre poeta stimato in tutta Italia e di Giuseppe Natoli, patriota, giurista e uomo di Stato, nominato ministro dell’agricoltura da Garibaldi e successivamente da Cavour, poi ministro della Pubblica Istruzione con La Marmora. Il suo monumento è stato scolpito dal messinese Letterio Gangeri. 

Il Savoja non  riuscì a completare la parte artistica più rilevante, per mancanza di fondi, e con la sua morte, avvenuta nel 1885, essa restò incompiuta.

 

 

2008  Testi e fotografie di Pippo Lombardo e Nino Principato