L'Orto
Botanico
La
storia dell’Orto Botanico dell’Università di
Messina inizia nel 1638, quando
l’Ateneo messinese ne decretò la fondazione. Divenne
celebre per la ricchezza delle collezioni e per l’originale
sistemazione, opera del botanico messinese Pietro Castelli. Quando nel 1678
gli spagnoli riconquistarono la città, dopo la rivolta del 1674, ne
bloccarono tutta l’attività culturale e soppressero
l’Università mentre l’Orto Botanico fu distrutto.
Il 29 aprile 1829 il Consiglio Comunale, dopo mezzo
secolo di richieste avanzate dall’Università e accogliendo la
proposta del prof. Antonino Borzì, deliberò 4 ettari di terreno
sulle sponde del torrente Portalegni.
Gli
eventi che seguirono sono stati disastrosi, a partire dal terremoto del
1908 per finire ai nostri giorni. Da quattro ettari lo spazio si ridusse ad
uno solo. Recentemente è stato eliminato il muro che lo delimitava,
sostituendolo con un’ inferriata che rende visibile tutto il suo
interno, ricco di piante con rari esemplari come il “Pinus
Brutia”; le imponenti “Dracena draco”; le numerose
“Sterculia”; le “Corisie”; le
“Mirtacee” e le “felci arborescenti”. Ci sono anche
alberi molto rari, come, ad esempio, “Calodendrum” del Sud
Africa; “Tipuana”
della Bolivia; le liane dell’Amazzonia; gli alberi delle ciliegie del
Brasile e l’albero del sapone. All’ombra di questi giganteschi
alberi, avocadi e annone, che ci parlano dei tropici, vegetano i Papiri del
Nilo e del Ciane, testimoni di altre civiltà.
Il piccolo Orto Botanico
dell’Università di Messina, con al suo interno locali del 1800, svolge il suo ruolo
di museo vivente e strumento di educazione, situato sul viale Principe
Umberto alla fine della via Tommaso Cannizzaro.
©2008 Testi e fotografie di Pippo Lombardo e Nino Principato
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