Home

 

MESSINA

RIVIERA TIRRENICA

RIVIERA IONICA

  

Taormina

La Storia

Porta Catania

Palazzo dei Duchi di Santo Stefano

La Cattedrale

La Fontana di Piazza Duomo

La Badia Vecchia

Palazzo Ciampoli

Le chiese di S.Agostino e

San Giuseppe

Le Naumachie

Palazzo Corvaja

L’Agorà e dintorni

Il Teatro Greco

Porta Messina

Il Museo  di Taormina

 

Giardini Naxos

Forza D'Agrò

Savoca

Casalvecchio Siculo

S.Alessio Siculo

Alì

Itala

  Feste della Riviera

Il Santo che balla a Limina

Festa della SS.Annunziata

a Fiumedenisi

Festa di S.Lucia a Savoca

  Galleria fotografica

 

 

 

 

 

 

  

 

 

 

 

 

                                       

   

 

TAORMINA

 

L’Agorà   e dintorni

 

 

La piazza Vittorio Emanuele  era il cuore della città dove si svolgevano assemblee e mercati e dove prospettavano gli edifici pubblici più importanti.

Qui era l’Agorà, la piazza principale di Tauriomenion all’incrocio delle due grandi strade, la  Consolare  Valeria  ( odierno Corso Umberto ) e cioè il  “cardo“ dei romani e la via oggi  denominata Teatro Greco, il “decumano“.

La piazza divenne Foro romano a partire del 201 a. C..

Di fronte, in corrispondenza della via Timeo  e di Palazzo Corvaja, sorgeva un Tempio ellenistico del  II sec. a. C., probabilmente dedicato a Dionisio, di cui rimangono parte del basamento ( “stylobàtes” ) e le impronte delle basi delle colonne. In età   romana imperiale ( II secolo a.C. ), addossato ad esso , venne edificato un piccolo Odeon  o teatrino che utilizzò come fronte della “ scena “ il lato lungo del tempio. A pianta semicircolare con struttura in gran parte a mattoni  e cinque cunei  di gradini, era destinato a recite di poesie o esibizioni musicali di canti lirici o tragici. Una parte di esso si trova all’interno dell’antistante, seicentesca Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria.

In prossimità del Foro ( piazza Vittorio Emanuele ), dal lato settentrionale, sono stati rinvenuti i resti delle Terme Romane  ( I o II sec. d.C. ), monumentale complesso con “ frigidarium” ( vasca per i bagni freddi ), “tepidarium” e “calidarium” ( tiepidi e caldi ).  

 

 

 

 

Il Teatro Greco

            

 

Dalla piazza Vittorio Emanuele percorrendo la via Teatro Greco in salita, si giunge al Teatro greco-romano risalente al III sec. a. C. e quasi completamente rifatto alla fine del I sec. d. C., in età romano-imperiale. In sostanza esso compendia le due maniere costruttive greca e romana: è greca la maniera di ricavare la cavea scavandola nella roccia stessa e adattandola alla  morfologia del terreno, mentre i romani costruivano i loro teatri fuori terra; è romana la maniera di concepire l’imponente e sfarzosa scena, come di costruzione  romana sono tutte le strutture. Il Teatro di Taormina è, dopo quello di Siracusa, il più grande della Sicilia, di forma semicircolare col diametro di 109 metri. Pare che esso, nel tardo periodo imperiale, abbia subito trasformazioni per essere adattato a spettacoli circensi, allora molto popolari, quali i combattimenti di gladiatori ( “ ludi “ o “ munera “ ) e le cacce di belve feroci  ( “ venatories “ ) che normalmente avevano luogo negli appositi “ anfiteatri “ ( ad esempio, il Colosseo a Roma ). Il proscenio, con ai lati della scena i due “ parascenia”,   unico sopravvissuto in Sicilia, fu realizzato con un lungo ed alto muro movimentato da colonne, nicchie per statue e tre porte, delle quali quella centrale  rappresentava l’ingresso alla “reggia”, quella a destra dello spettatore dava l’accesso alla “sala  di ricevimento “ e quella a sinistra immetteva nel tempio o nella prigione.

Anche nel Teatro di Taormina, come di consueto, l’asse di simmetria corrisponde ad una veduta lontana, in questo caso la costa ionica e l’Etna, verso cui si apre l’insieme architettonico. Tale accorgimento è da riferire all’antica usanza, connessa alla tecnica teatrale, di porre in stretta relazione la composizione architettonica d’insieme con il paesaggio.