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Miti e leggende dello Stretto di Messina
SAN FRANCESCO DI PAOLA
La chiesa di S.
Francesco di Paola, ricostruita dopo il terremoto del 1908 sullo stesso
sito dell’antica, per vetusta tradizione sorge nella zona dove
sbarcò il santo calabrese dopo aver miracolosamente attraversato lo
Stretto di Messina.
Il prodigioso
episodio avvenne nel 1464…Francesco è in cammino lungo la
costa calabrese, umile e cencioso frate dalla barba candida e fluente,
santo di paese e di miracoli paesani in una civiltà emarginata dal
potere e dalla cultura, in un mondo paesano di oppressi e di poveri, come
povero fu lui, in un’epoca in cui i potenti
erano terribili e la cultura si andava sempre più paganizzando.
E’ stato
chiamato da autorevoli personaggi di Milazzo, di Messina e di tutta la
costa e si è subito messo in viaggio, senza portare niente con
sé e facendo affidamento esclusivamente sulla carità del
prossimo, secondo la sua consuetudine.
Il suo aspetto
dovrebbe coincidere con la descrizione che di lui aveva fatto a suo tempo
un cardinale di curia: “Rozzo e villano”, o con quella di un
demonio esorcizzato da uno dei suoi fraticelli: “…sporco,
barbuto, anche se garbato…”.
Giunge a Catona, sulla riva dello Stretto di Messina, mentre
comincia ad imbrunire. Attraccato a pochi passi da lui sta un veliero
carico di legname, pronto a partire verso l’altra costa. Francesco si
avvicina al proprietario, Pietro Coloso, e
inutilmente gli chiede un passaggio. Il Coloso
pretende denaro e l’eremita non possiede altro che povertà.
Vista inutile la
trattativa, Francesco si toglie il mantello e lo stende sull’acqua
incendiata dal sole che tramonta, appendendone un capo al bastone da
pellegrino. In un attimo il mantello diventa imbarcazione e vela allo
stesso tempo e il “buon uomo calabrese”, come lo si chiamava,
traversa così lo Stretto assieme a due confratelli.
Pietro Coloso rimane solo con la sua grettezza: da questo
momento lo vedranno aggirarsi in pianto lungo le spiagge del grande
avvenimento, sino alla fine dei suoi giorni.
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