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Miti e leggende dello Stretto di Messina
MADONNA DI DINNAMMARE
Sui Peloritani si
erge Dinnammare (m. 1130 s.l.m.), custode di pie memorie tra lo Jonio e il
Tirreno, dove nell’omonimo santuario si conserva la marmorea immagine
di Maria, in trono tra due delfini. Secondo la tradizione agiografica
alcuni pescatori, nella spiaggia di Mare Grosso a sud di Messina, videro
un’icona raffigurante la Vergine col Bambino portata a riva sul dorso
di due delfini. Il sacro dipinto fu intronizzato nell’antico
tempietto sul monte Dinnammare (il cui toponimo, pare, derivi da
“Bimaris”, cioè i due mari Tirreno e Jonio visibili dal
crinale). Alterne vicende verificatesi tra il 1644 e il 1712, al tempo dei
Moncada, ricondussero sul monte il culto alla “Madonna di
Dinnammare” che, dal 1585 al 1596, era stato trasferito a Messina in
contrada Zaera. Per quante volte fosse trattenuta a Larderia, altrettante
volte venne ritrovata a Dinnammare l’immagine mariana che, rinvenuta
sul monte dal pastorello Occhino, fu cementata infine nel santuario.
Per antica
tradizione ogni anno, iniziando il pellegrinaggio alla mezzanotte del 3
agosto, il dipinto della Madonna viene portato in processione da Larderia
al santuario di Dinnammare, da dove, dopo essere stato meta di continui
pellegrinaggi, viene riaffilato alla chiesa parrocchiale di S. Giovanni
Battista nel pomeriggio del 5 agosto, dopo una lunga sosta nella chiesetta
di S. Biagio.
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