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Dai monti al mare

 

 

Il Parco Ecologico  S.Jachiddu - I  laghi di GanzirriTorre FaroCapo Peloro  

 

Capo Peloro

 

Capo Peloro costituisce il vertice più orientale della Sicilia, all’estremità nord dello Stretto di Messina. E’ il punto più vicino alla costa calabra ed è detto pure “punta del Faro”, luogo d’incontro di correnti violentissime tra i due mari, lo Ionio ed il Tirreno. 

Proprio in questo sito si alza una titanica torre in acciaio alta 224 metri,  costruita dalla SGES (Società Generale Elettrica della Sicilia): il pilone dell’elettrodotto più lungo del mondo.

Il traliccio sorreggeva due terne di conduttori di circa 3 cm. di diametro, in unica campata per 3650 metri, e serviva al trasporto dell’energia elettrica.

La sua realizzazione ebbe inizio il 22 ottobre 1952, quando venne affondato a Torre Faro il primo cassone della base, dopo l’inizio ufficiale dei lavori alla presenza dei ministri Aldisio e Restivo il 27 gennaio 1952. Inaugurato il 16 maggio 1956 dal presidente della Regione Siciliana on. Alessi, il ciclopico “ponte” di energia elettrica sullo Stretto costò lutti, quasi 2 miliardi di lire e 200 mila giornate lavorative. I due piloni, sulla sponda sicula e su quella calabra, sono in grado di resistere alle sollecitazioni provocate da un vento di 150 chilometri orari o dal terremoto (scosse del 10° grado della scala Mercalli). Alla sommità sono raggiungibili mediante 1114 gradini, oltre ai 50 delle fondazioni. I primi 995 sono superabili per mezzo di un elevatore della portata di 500 kg che conduce alla mensola inferiore.

E’ stato questo il primo collegamento della Sicilia col Continente, un’opera unica nel suo genere che vinse il premio A.N.I.A.I., nel 1957, per la migliore realizzazione dell’ingegneria elettrotecnica italiana.

Nel 1992 l’impianto è stato dismesso per gli elevati costi di manutenzione giornalieri, e, in sostituzione, sono stati collocati dei cavi sottomarini.

Oggi, per Messina, il pilone è un punto di riferimento importante ed elemento di maggiore riconoscibilità dell’area, diventando assieme a Scilla e Cariddi il nuovo simbolo della cità. Con il passaggio al nuovo millennio, in occasione del Grande Giubileo del 2000, è stato illuminato con 32 proiettori da 2 mila watt cadauno, offrendo un’eccezionale visione notturna al turista in transito, ai croceristi ed ai cittadini.

 

 

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